“Dai depositi…”: visite guidate gratuite programmate alle ore 11 delle domeniche 26 luglio, 30 agosto e il 27 settembre
“Un’occasione in più per sensibilizzare la cittadinanza al notevole patrimonio archeologico, storico, culturale conservato al museo e, nello stesso tempo, valorizzare opere e testimonianze che altrimenti resterebbero ignorate, ingiustamente confinate nel dimenticatoio”.
Così Silvia Casciarri, direttrice del Museo archeologico nazionale di Spoleto e Teatro romano, spiega l’iniziativa Dai depositi…un reperto al mese che consentirà di conoscere in modo più approfondito beni ospitati nei depositi, tramite visite guidate gratuite programmate alle ore 11 delle domeniche 26 luglio, 30 agosto e il 27 settembre. I reperti selezionati rimarranno esposti per un intero mese.
Sarà consentito ogni volta un numero massimo di venti partecipanti (che dovranno essere muniti di mascherina nel rispetto della normativa in materia di sicurezza anti Covid-19). Pertanto è obbligatoria la prenotazione telefonando al numero 0743223277 o inviando email a drm-umb.museospoleto@beniculturali.it
Ricordiamo che il Museo archeologico nazionale di Spoleto ha sede all’interno dell’ex monastero di Sant’Agata, complesso sorto alla fine del XIV secolo sui resti del teatro romano (I secolo a. C). Inaugurato nel 1985, documenta le prime attestazioni della presenza umana nell’area della rocca e del centro storico, risalenti all’età del bronzo, e lo sviluppo dell’insediamento nella fase umbra testimoniato soprattutto dai ricchi corredi di VII-VI sec. a.C. della necropoli di Piazza d’Armi. Al secondo piano sono esposti reperti provenienti dalla Valnerina. Si segnalano in particolare i cinerari dell’età del bronzo finale dalla necropoli di Monteleone di Spoleto, i reperti dai santuari di Montefranco, i corredi funebri dalla necropoli ellenistica e romana di Norcia nonché testimonianze provenienti dalla collezione Canzio Sapori. La sezione dedicata all’illustrazione del teatro romano ospita sculture decorative rinvenute nel monumento durante gli scavi degli anni Cinquanta del Novecento, tra cui una statua di Aura (personificazione della brezza leggera), risalente al V secolo a. C. e rilavorata in età romana come Venere.
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