A Spoleto il Gatto Selvatico Europeo, grande successo per Fauna 2020

  • Letto 2021
  • Importante evento in omaggio al prof. Bernardino Ragni – foto 

    di Valentina Tatti Tonni 

    Dino è. Il convegno nazionale intitolato al Gatto Selvatico Europeo (Felis Silvestris) lo ha aperto sabato mattina Lolita Bizzarri, guida Trek Alps Valle d’Aosta. Come lei, ricercatori ed ex studenti del professor Bernardino Ragni, su le cui tracce si è svolta a Spoleto dal 17 al 19 gennaio Fauna 2020 grazie all’input della sua famiglia e dell’assessorato all’ambiente del Comune, hanno introdotto il loro intervento con un’esperienza personale e professionale che in passato li aveva legati proprio a lui, a Dino Ragni, come affettuosamente lo chiamano tutti.
    È nel 1972 che con questo diminutivo firmava il suo primo libro sul Gatto dei Boschi, alcune delle cui frasi hanno ritrovato voce con l’attore di prosa Claudio Trionfi che, sempre durante la giornata di sabato, a Palazzo Mauri ne ha reinterpretato i toni. Saranno oltre 160 le pubblicazioni a cui ha lavorato in qualità di zoologo, 60 riservate a quel “gattone” che scopriamo la svizzera Pro Natura aver eletto ad animale dell’anno 2020.
    È il secondo anno che, dalla sua scomparsa, si propone a Spoleto un evento, quest’anno di tre giorni e con almeno 150 iscritti, dedicato all’ambiente e alla fauna selvatica. La formula approfondita ma divulgativa con cui è stata pensata l’intera iniziativa è risultata vincente: agli aspetti tecnici e scientifici è infatti stata affiancata una serie più didattica e informativa con l’intento di interessare al tema anche i non addetti ai lavori. La proiezione del documentario dedicato alla deforestazione dell’Amazzonia di Francesco De Augustinis, ne è stato un pratico esempio, come anche il coinvolgimento degli studenti dell’Alberghiero “G. De Carolis” i cui servizi sono stati impiegati durante la Cena di Gala del venerdì e dell’accoglienza al convegno di sabato.

    Tuttavia esemplare è sembrato proprio il risultato fornito dal convegno ed ognuno dei relatori ci ha tenuto a sottolineare come il solo fatto di poter integrare le conoscenze, con dati alla mano, rilevare la genetica, l’etologia, la fisiologia, la storia, la cultura, l’archeologia e la biogeografia della fauna selvatica in particolare del Gatto, è di essenziale importanza per auspicare nel prossimo futuro mirate strategie di intervento. Una prospettiva non lontana dall’oggi in cui tutti nei propri racconti hanno ritrovato il Professore e che nelle conclusioni di quel dibattito ha fatto nascere una proposta: dall’archivio di osservazioni esistenti rilevate da Ragni, la creazione di un coordinamento nazionale ed unica banca dati sul Gatto Selvatico Europeo. A lanciare l’esperimento Andrea Sforzi, del Museo di Storia Naturale della Maremma, sarebbe il primo in Italia e potrebbe avvalersi anche della collaborazione di cittadini che diventerebbero, tramite formazione, segnalatori di presenze del Gatto sul territorio, un progetto di inestimabile valore per il patrimonio naturalistico.
    Dino è, resta per tutti il punto di riferimento per la ricerca scientifica, la sua Wildlife Economy il punto di partenza. “Grazie a lui molti si sono interessati delle specie e del gatto selvatico, Dino era un uomo di scienza ma anche un comunicatore intelligente e appassionato”, sono state queste le parole della professoressa Elda Gaino, sua collega e amica all’Università di Perugia, che ha portato il suo saluto venerdì pomeriggio all’ex Monte di Pietà in via Saffi all’inaugurazione dei lavori di Fauna 2020 e della mostra sulla Collezione Ragni che, in attesa dell’apertura del Laboratorio di Scienze della Terra, resterà aperta al pubblico e alle scuole fino a primavera.
    “In questa tre giorni c’è stato un passaggio di testimone” ha detto a più riprese la dirigente del Comune Stefania Nichinonni che partecipando al fine settimana, insieme a Federica Andreini e all’assessore all’ambiente Maria Rita Zengoni, si è interrogata sul ruolo che l’amministrazione dovrebbe avere per sostenere e promuovere l’evento Fauna anche nel 2021. Un passaggio, culminato domenica mattina sulle orme del Professor Ragni a Monteluco. Un omaggio talmente sentito e non di rado commosso che, l’impressione avuta durante il convegno, nella consapevolezza di legare la sua figura e i suoi studi all’indagine e alla condivisione scientifica, si sia fatta portavoce di un’elaborazione in armonia con il presente da cui nessuno rifugge, protetto, come se per guardare ancora lui si fosse semplicemente spostato in un’altra stanza, come se gli altri avessero capito che era quello il modo migliore per rigenerare la memoria.

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