Mercoledì delle Ceneri: avviata la Quaresima 2022. Le parole dell’Arcivescovo nel corso della celebrazione nella basilica di San Gregorio Maggiore
Col mercoledì delle Ceneri la Chiesa è entrata nel tempo della Quaresima, tempo della “lotta spirituale” per vivere il mistero pasquale, per vincere con Gesù il nostro “io” e lasciarci trasfigurare dal suo amore. L’Arcivescovo ha celebrato la Messa nella Basilica di S. Gregorio a Spoleto (mercoledì 2 marzo 2022) insieme ai parroci della Città. Ha animato la corale della Pievania. All’inizio della celebrazione il pensiero di mons. Boccardo è andato al popolo dell’Ucraina che sta subendo una ingiusta guerra: «La preghiera – ha detto – è il dono più urgente per i fratelli martiri per la loro libertà. Col pensiero e la supplica a Dio siamo vicini a loro in questa celebrazione penitenziaria che richiama a tutti il dovere di essere operatori di pace».
Nell’omelia, poi, il Presule ha richiamato il vero senso del digiuno: «É una preziosa occasione per ritrovare il senso della vita, per gustare l’incontro con il Signore, per vivere in uno stile fraterno. Siamo stati educati ad osservare delle regole a volte senza capirne pienamente il senso; ed ora siamo passati a una vita senza regole in nome di una presunta libertà. Ma è giunto un tempo di vivere la tradizione cristiana con un senso nuovo, pieno e bello. In concreto, non si tratta semplicemente di non mangiare qualche cibo (esempio la carne il venerdì), oppure digiunare qualche giorno alla settimana, ma di riscoprire il senso vero del digiuno nel tempo che viviamo. Pratichiamo allora in maniera creativa e concreta questo esercizio quaresimale: digiuniamo dalla dispersione della vita per vivere l’incontro con il Signore nella preghiera; digiuniamo dall’essere ripiegati sui telefonini per alzare lo sguardo verso chi ci sta accanto e ricominciare a comunicare con la parola più che con gli sms o in chat; digiuniamo dallo spreco per custodire il creato e per condividere i beni con chi ne è privo; digiuniamo dalle troppe parole (soprattutto dai giudizi) per vivere gesti concreti di carità; digiuniamo dall’essere ripiegati sul nostro “io” per prenderci cura di chi il Signore ci fa incontrare; digiuniamo dai vizi per riscoprire la bellezza delle virtù».
Fonte: www.spoletonorcia.it
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