Buco di bilancio: i consiglieri di maggioranza rispondono a Partito Democratico, Forza Italia e Lista Due Mondi

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  • Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa in risposta alle dichiarazioni del PD, di Forza Italia e Lista Due Mondi, sulla questione del buco di Bilancio. La nota è firmata dai Gruppi consiliari “Spoleto Popolare”, “Rinnovamento” e da Sandro Cretoni del gruppo misto.

    In merito alle dichiarazioni del Partito Democratico, di Forza Italia e Lista Due Mondi, pubblicate nei giorni scorsi nei media locali, si ritiene opportuno specificare che quanto affermato non solo non corrisponde a verità, ma non corrisponde neanche a quanto discusso nelle sedi consiliari negli ultimi 3 anni.

    Si parla di un buco piccolo piccolo, ma ai cittadini occorre spiegare le cose come stanno veramente.

    Innanzitutto occorre ricordare che il disavanzo, meglio noto come “buco di bilancio” rideterminato a seguito della perizia asseverata dal CTU nominato dal Tribunale di Spoleto è stato nel 2013 pari ad € 9,2 milioni.

    L’amministrazione Cardarelli fin dai primissimi giorni del suo mandato ha agito operando per la salvaguardia degli equilibri di bilancio, evitando che l’Ente cadesse in una situazione di dissesto e riducendo, già a fine 2014, il disavanzo di amministrazione ad € 1,8 milioni.

    Se si parla di buco piccolo piccolo, si scredita il lavoro fatto dai tecnici comunali, dalla Procura della Corte dei Conti dell’Umbria, dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Spoleto e dalla Guardia di Finanza, ovvero di tutti coloro i quali hanno concorso ad accertare la gravissima situazione finanziaria e contabile in cui versava il Comune di Spoleto ed a rideterminare il disavanzo nel 2013!

    Al fine di capire la vera entità del buco di bilancio, è allora utile rileggere quanto scritto dalla Sezione Regionale di controllo per l’Umbria della Corte dei Conti, che con nota n° 82 del 5 agosto 2014 afferma: “i mancati introiti conseguenti alla scarsa o pressocchè nulla attività di riscossione delle entrate – specialmente per il recupero dell’evasione tributaria – contribuiscono in misura rilevante ad aggravare la già precaria situazione di liquidità in cui versa l’Amministrazione, chiamata ad attivare nell’immediato ogni iniziativa volta a rafforzare e velocizzare l’attività di accertamento e di riscossione delle entrate, in qualsiasi periodo dell’esercizio e non soltanto come promesso dall’ente, nell’ultimo periodo dell’anno” ed inoltre che “il ripetuto utilizzo dell’anticipazione di tesoreria costituisce uno degli indicatori di una situazione di squilibrio finanziario suscettibile di attivare, da parte del Mistero dell’Economia e Finanze – Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato- verifiche sulla regolarità della gestione amministrativo-contabile dell’ente locale”.

    Questo sta a significare che le precedenti amministrazioni facevano poco o nulla in merito alla riscossione dei tributi, aggravando nel 2013 la posizione debitoria dell’ente mediante il ricorso all’anticipazione di tesoreria, pari a 349 giorni l’anno per un importo superiore ai 10 milioni, rispetto ai 10 giorni ed ai 1,4 milioni di anticipazione di cassa del 2016.

    Tale situazione di gravità assoluta è altresì testimoniata sia dalla Guardia di Finanza, sia dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto, che nei loro atti d’indagine evidenziano “la presenza di una situazione caratterizzata da profili di opacità, da anomalie e fuorvianti modalità di contabilizzazione, da carenza di prudenzialità e, in numerosi frangenti, da una vera e propria assenza di titolo giuridico per l’appostazione in bilancio di alcune voci e relativi importi.”

    La differenza è talmente evidente, o almeno dovrebbe esserlo, anche a chi siede sugli scranni dell’opposizione, ma del resto se lo stesso Consigliere Emili, afferma durante l’ultimo Consiglio Comunale di non aver capito le risposte date alle sue domande da parte del Collegio dei Revisori dei Conti, come è possibile sperare nella comprensione dell’evidenza?

    Infine alcune precisazioni in merito al disavanzo tecnico generato nel 2015.

    Esso è si il frutto dei nuovi criteri contabili del D.Lgs 118/2011, ma non è affatto scontato che tali nuovi criteri portino automaticamente ad un disavanzo di 15,5 milioni di euro!

    Se il Comune ha dovuto registrare un ulteriore disavanzo nel 2015 è soprattutto dovuto al fatto che, come sopra riportato dalla Corte dei Conti, nulla si faceva fino al 2014 per riscuotere le entrate dell’ente. 

    Per tale motivo l’Amministrazione Cardarelli ha dovuto calcolare un apposito fondo per la svalutazione dei propri crediti, pari a 14 milioni, che ha portato appunto nel 2015 ad un ulteriore disavanzo di € 15,5 milioni, ripianabile in quote annuali di € 516.000 euro per i successivi 30 anni.

    Non è poco per una nuova Amministrazione trovarsi di fronte ad un disavanzo di 1,8 milioni e ad altri € 516.000, soprattutto se rispetto a prima si applicano i criteri di trasparenza, di veridicità, di correttezza del bilancio o anche semplicemente i più stringenti vincoli dettati dai nuovi princìpi contabili.

    Non è affatto vero inoltre che, a fine 2015, l’Amministrazione Cardarelli ha generato un disavanzo di € 1,4 milioni, ma è vero il contrario!

    Il disavanzo del 2014, come sopra ricordato era pari ad € 1,8 milioni, ed essendosi generato da risorse di parte capitale, doveva essere ripianato attraverso la vendita di immobili, quali quelli del complesso immobiliare dell’Azienda di Giano dell’Umbria, il cui valore stimato con perizia asseverata ammonta ad € 3,3 milioni. A causa della forte crisi del mercato immobiliare che ha fatto andare deserte tutte le procedura d’incanto d’asta, nel 2015 l’amministrazione Cardarelli ha dovuto risanare il suddetto disavanzo con proprie risorse di parte corrente, facendo in modo che quest’ultimo si riducesse di circa € 400.000, scendendo appunto ad € 1,4 milioni.

    L’abbattimento integrale del disavanzo, è un risultato raggiunto dall’Amministrazione Cardarelli, ed è il frutto di una politica volta soprattutto a far pagare tutti, in modo tale che tutti possano pagare meno.

    È infine opportuno ricordare che la riduzione della spesa corrente deriva da un’altra importante azione politica posta in atto dall’Amministrazione Cardarelli, ovvero la lotta alla riduzione agli sprechi, quali i minori interessi passivi pagati per l’anticipazione di cassa, oppure i minori fitti passivi pagati a fronte di immobili di proprietà comunale liberi e quindi non utilizzati.

    Se teniamo conto che gli Enti Locali hanno dovuto subire negli ultimi anni una costante ed estenuante riduzione dei trasferimenti statali e regionali, è facile comprendere che un ente che era prossimo al dissesto nel 2014 come il Comune di Spoleto è stato costretto in questi ultimi 3 anni ad un lavoro diabolico, ovvero:

    1)     ripianare il disavanzo;

    2)      mantenere lo stesso livello quali-quantitativo dei servizi pubblici;

    3)      non aumentare il livello delle tasse, ma anzi ridurle (come fatto per la TARI nel 2015) o sospenderle (come fatto per TARI e TOSAP nel 2017).

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    Delle vostre sceneggiate non ce ne frega niente. Ce lo ridate l' ospedale o no!
    Aurelio Fabiani 2024-03-30 00:34:34
    I cerotti non nascondono le amputazioni, neanche i campagna elettorale. La città di Spoleto vuole il ripristino di tutti reparti.....
    Aurelio Fabiani 2024-03-19 21:39:22
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